Ciuccio sì, ciuccio no: quando, come e perché è corretto togliere il ciuccio

A cosa serve il ciuccio

Il ciuccio permette al neonato una suzione non nutritiva, un automatismo innato che lo rilassa e lo calma nei momenti di malessere e di pianto inconsolabile. A livello emotivo, proprio come il seno, ha un effetto consolatorio, legato al bisogno del contatto con la mamma.

È normale, quindi, che molti bambini trovino nel ciuccio un piacere ed una rassicurazione, o anche solo un mezzo per scaricare le tensioni.

Inoltre è dimostrato che nei primi mesi di vita il ciuccio:

  • riduce il rischio di SIDS (o sindrome da morte in culla) nei primi 6 mesi di vita del bambino;
  • è utile in ospedale durante procedure dolorose o in terapia intensiva, per il suo effetto analgesico e di conforto;
  • nei bambini nati pre-termine può aiutare a sviluppare le abilità di suzione ancora deboli, finalizzate all’alimentazione al seno.

 

Quando togliere il ciuccio

È opportuno abbandonare l’uso del ciuccio a partire dai 12 mesi e non oltre i 2 anni.

Intorno ai 7-8 mesi inizia lo svezzamento e da questo momento i bambini non hanno più necessità di succhiare, ma devono iniziare a sperimentare schemi motori più maturi e complessi nei movimenti della bocca e della lingua, legati alla deglutizione e alla masticazione di cibi di consistenze via via più complesse. È importante, quindi, che il ciuccio sia relegato a momenti di effettiva necessità e pian piano abbandonato entro i 2 anni.

Se il ciuccio non viene abbandonato diventa un’abitudine viziata: il bambino associa all’uso del ciuccio l’unica fonte di consolazione in grado di rilassarlo e non riesce a distaccarsene.

 

Quali danni può provocare l’uso prolungato del ciuccio

L’utilizzo prolungato del ciuccio oltre i 2 anni fa sì che la lingua continui ad essere stimolata a compiere un movimento ormai infantile, detto movimento di suzione: la lingua, anziché muoversi verso il palato, si muove verso i denti.

Le alterazioni che più frequentemente si osservano come conseguenza sono:

  • modifiche nella conformazione del palato, che si modella troppo stretto e profondo, e della dentizione, che determina malocclusioni;
  • tendenza alla respirazione orale e di conseguenza maggiore frequenza di infiammazioni di naso e gola;
  • tendenza ad una maggiore frequenza di episodi di otite e ristagno di muco nell’orecchio;
  • alterazioni del linguaggio, ovvero nella pronuncia dei suoni in cui la lingua si posiziona tra i denti (la famosa “zeppola” o /s/ interdentale).

 

Come togliere il ciuccio

A scopo preventivo nei primi mesi di vita è utile che se il bambino inizia ad utilizzare il ciuccio lo faccia con criterio e con dei limiti, per non farlo diventare un’abitudine viziata. Bisogna:

  1. introdurre il ciuccio solo dopo il 1° mese, quando l’alimentazione al seno si stabilizzata, perché abbassa il desiderio del bambino, e quindi la forza della suzione e la produzione di latte;
  2. non dare il ciuccio durante il giorno, nelle attività quotidiane, perché distrae il bambino dall’attenzione al gioco, diventa un’abitudine tenerlo in bocca senza motivo, inibisce la fase di esplorazione orale e sensoriale rallentando l’evoluzione delle abilità motorio-orali.

Se il bambino ha ormai stabilizzato l’uso del ciuccio come abitudine viziata, decidere di toglierlo richiede pazienza ed autodisciplina soprattutto agli adulti. Di seguito alcuni consigli per aiutare ad eliminarlo:

  1. Scegliere un periodo di tranquillità, ad esempio non parallelamente all’ingresso a scuola o mentre si sta stabilizzando una nuova abitudine come il dormire da soli.
  2. Non sparisce “di punto in bianco” ma il bambino partecipa alla decisione di abbandonarlo.
  3. Far capire al bambino che “sta diventando grande”, ad esempio scegliendo di chiudere il ciuccio nella scatola delle cose di quando era piccolo o di regalarlo ad un fratellino o un cuginetto più piccolo.
  4. Ottenere qualcosa in cambio.
  5. Comprendere i bisogni che il bambino esprime piuttosto che ricorrere al ciuccio come unica arma per non farlo piangere.
  6. Trovare altri modi per consolare il bambino, ad esempio un bacio, una coccola, una ninnananna, giochi ed altre attività che gli piacciono… questo aiuta anche il bambino ad acquisire maggiore controllo sulle proprie emozioni.
  7. Leggere libri che aiutano il bambino ad elaborare l’abbandono del ciuccio.


 
È importante che il bambino viva questo momento con la consapevolezza che il passaggio all’età dei grandi sia stato, in fondo, una scelta anche sua!

 
Dott.ssa Benedetta Di Censo
Logopedista

 

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