Per quanto tempo mio figlio dovrà portare l’apparecchio ortodontico?
Questa è la domanda che più frequentemente i genitori o gli stessi pazienti ci rivolgono prima di sottoporsi ad una terapia ortodontica.
Per questo motivo abbiamo deciso di scrivere un articolo su questo argomento, nel quale ti diremo per quanto tempo è necessario portare l’apparecchio ortodontico.
Il percorso terapeutico
Prima di “mettere” l’apparecchio spieghiamo al paziente che bisogna pianificare un percorso che deve, attraverso uno studio individualizzato:
- valutare la situazione di partenza,
- definire gli obiettivi da raggiungere
- di conseguenza scegliere il tipo di apparecchio necessario per completare il percorso.
Per usare una metafora, è come se organizzassimo un viaggio: bisogna essere consapevoli del luogo di partenza, decidere la meta e la mappa da percorrere. Questo permette di scegliere il mezzo migliore – ovvero l’apparecchio del quale l’ortodontista è il pilota ed il paziente il passeggero/collaboratore – per arrivare a destinazione nel modo più confortevole ed efficace possibile.
È intuitivo che, nonostante venga scelto l’apparecchio migliore per il percorso terapeutico, la durata dipenda dalla distanza che esiste tra la partenza e l’arrivo.
Quindi:
- per malocclusioni più severe ed impegnative potrebbero essere necessari tempi più lunghi, non escludendo più fasi terapeutiche, intervallate da periodi di riposo: per questo i tempi di osservazione e di controlli periodici, che sono fondamentali per verificare se ci si trova sul percorso stabilito, potrebbero allungarsi;
- per malocclusioni più semplici i tempi possono ridursi sensibilmente.
Diamo i numeri
Per dare qualche numero, ogni fase terapeutica può durare dai 12 ai 24 mesi, e in alcuni casi può andare anche oltre. Mentre nei casi meno impegnativi si potrebbe restare anche all’interno di un anno di terapia.
Un altro aspetto importante che può influenzare la durata della terapia ortodontica è rappresentato dalla collaborazione nel seguire le istruzioni di una corretta igiene orale, nel presentarsi agli appuntamenti di controllo stabiliti e nell’indossare gli apparecchi ortodontici – siano essi fissi o removibili – nei modi e nei tempi richiesti.
Infine, una analisi diagnostica iniziale, che stabilisca anche il momento ideale per cominciare, può ridurre il rischio di iniziare il percorso troppo in anticipo, allungando inutilmente i tempi di cura.
Ricordiamo che alcune tipologie di malocclusioni richiedono una terapia tempestiva, preventiva e precoce (6-8 anni), mentre altre possono essere curate anche al termine della permuta dentaria, solitamente non prima dei 10-11 anni.
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